“La caccia è ormai un’attività da età delle pietra: pericolosa per l’uomo e lesiva degli ecosistemi”
Ennesimo incidente di caccia, questa volta in Provincia di Lucca nella stagione venatoria 2022-23 appena iniziata. Un’attività, quella della caccia, che vuole ogni anno le sue vittime sacrificali in vite umane e sofferenza inaccettabile. L’Associazione Vittime della caccia ha registrato l’anno scorso 90 vittime,72 in ambito venatorio e 18 in ambito extra venatorio. Tra i non cacciatori 35 persone impallinate, 43 feriti e 12 morti fra i cacciatori.
Ogni anno per consentire a cacciatori tracotanti di divertirsi uccidendo milioni di animali selvatici stremati dalla siccità, alterando gli ecosistemi dei nostri boschi, sparando ad animali domestici entrando in proprietà private, ci troviamo davanti ad una escalation nazionale di gravi incidenti che troppo spesso ricadono sulle vite delle persone comuni le quali devono subire passivamente questo “hobby” che ricorda solo l’età della pietra. Si viene impallinati andando a passeggio, cercando funghi, raccogliendo olive, in bicicletta. La Toscana è stata la regione col più alto numero di vittime, per i soli “incidenti di caccia” sono stati necessari 35 interventi di elisoccorso, con spiegamento di mezzi, uomini e denaro.
Non si obietti nuovamente che la caccia serve a contenere i cinghiali perché i primi colpevoli della loro espansione sono proprio loro, i cacciatori, che dapprima hanno ripopolato i boschi con razze di cinghiali mai esistite nel mediterraneo e poi continuando con operazioni di foraggiamento, spesso attributo a presunti bracconieri, causando così solo l’aumento, in progressione geometrica, della specie in questione. I cacciatori impallinano e scappano, favoriti dall’abbigliamento mimetico, una proposta è quella di dotarli di una pettorina luminescente ben visibile e con possibile numero di riconoscimento.
E’ arrivato il momento di prendere, partendo dagli ATC fino ad arrivare alla regione, le opportune limitazioni alla caccia per evitare questa carneficina di persone evitando che chi frequenta le zone rurali nei periodi di caccia non debba sentirsi costantemente in pericolo. Nel 2022 la caccia è un’attività non più tollerabile così come pensata oggi, e se chiuderla è un’utopia degli ambientalisti, non riformarla ulteriormente è debolezza della politica che troppo spesso attinge dai voti dei cacciatori stessi accettando subdolamente ogni loro richiesta.
I boschi e le zone rurali sono patrimonio di tutti e non possono essere trasformati in campi di battaglia dove per fare una passeggiata o le normali attività di cura dei propri terreni debba servire il giubbotto antiproiettile!
Così in una nota Eros Tetti coportavoce di Europa Verde Toscana