Apprendiamo attoniti ma non stupiti l’uscita pubblica di Fillea Cgil che si oppone al piano integrato del parco delle Alpi Apuana perché porterebbe a chiusura 8 cave, cave che tra l’altro impattano in luoghi fragili e simbolo delle Alpi Apuane come il Pizzo D’uccello e la Focolaccia. Cave che creano pochissimi posti di lavoro, facilmente riconvertibili, proprio applicando la legge regionale 35/2015 imponendo la filiera corta, soprattutto tra Carrara e le zone del parco.
Non ci stupiamo perché, oggi, nelle Apuane, la linea fra chi difende le nostre montagne e chi no passa proprio fra chi difende il Piano del Parco e chi, in diversi modi, lo osteggia. La grave crisi climatica ed ecologica che stiamo vivendo deve essere affrontata con serietà e non si possono più vedere certi appelli che dovrebbero indignare anche gli stessi operai di cava, perché se presto resteranno senza lavoro potranno solo ringraziare chi non ha saputo riprogettare la nostra economia con ambiente, lavoro, paesaggio, economie alternative e interesse pubblico!
Pertanto che la Comunità del Parco smetta di tergiversare su degli atti dovuti a tutto il territorio in nome del bene comune Alpi Apuane e si vada avanti con il PIP così come proposto senza stravolgerlo ulteriormente. Concordiamo con la necessità di un tavolo in regione, ma solo dopo l’approvazione dell’attuale PIP, per aprire un serio percorso di riconversione economica del Parco delle Alpi Apuane seguendo la strada di una vera transizione ecologica preparando il nostro territorio ad affrontare le sfide che ci attendono.
Eros Tetti
Europa Verde Toscana
Salviamo le Apuane